Il 2023 è l’anno europeo delle competenze: riflettori accesi sulla formazione continua

Federica Bulega5 minuti
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 Il 2023 è l’anno europeo delle competenze: riflettori accesi sulla formazione continua

La formazione dipana la complessità, traccia nuove traiettorie, diffonde innovazione e migliora la competitività delle imprese. 

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In un’epoca in cui il ritmo del cambiamento ha un’accelerazione incontrollabile, la tecnologia è ubiqua e il digitale plasma ormai ogni azione umana e modello di business, sono proprio le persone con la loro capacità di apprendere l’unico vero vantaggio competitivo di ogni organizzazione. E questo è il filo rosso, il mantra, del libro “La V° disciplina l’arte e la pratica dell’apprendimento organizzativo” di Peter Senge, docente del MIT.

Se la tecnologia è solo tecnologia, la formazione delle persone che la usano è l’unica vera leva per l’evoluzione (ed elevazione) del capitale umano e dovrebbe essere al cuore delle strategie di People Management di ogni azienda. 

La situazione della formazione e delle competenze in Europa e in Italia

I dati europei non riflettono una situazione luminosa:

  • il 75% delle aziende in Europa non riesce a intercettare lavoratori qualificati;

  • 4 adulti su 10 non hanno le competenze di base secondo il DESI;

  • 28 settori occupazionali denunciano la mancanza di profili formati, tra cui la sanità, la cybersicurezza, l'edilizia e i servizi.

E in Italia? Secondo i dati PIAAC - OCSE solo un modesto 24% degli adulti si forma costantemente. Spesso mancano le risorse finanziarie o il tempo sia per migliorare le proprie competenze sia per apprenderne di nuove. Talvolta non si è neanche a conoscenza delle opportunità e dei vantaggi che il settore formazione mette a disposizione delle aziende e dei privati.

In effetti, la consapevolezza dell’importanza della formazione per il lavoro è ancora poco a fuoco e lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, il cosiddetto skill mismatch è un tasto dolente nel mercato del talento. Lo scenario è critico, specialmente per le aziende italiane, quelle micro, piccole e medie realtà che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese e si trovano in difficoltà nel reclutare profili allineati alle sempre nuove esigenze. 

Perché il 2023 è “l’anno europeo delle competenze”

Per accendere i riflettori sulla questione e dare nuovo slancio all’apprendimento continuo, quest’anno è stato proclamato dall’UE “European Year of Skills”, l’anno europeo delle competenze, con la delibera del Parlamento dello scorso 12 ottobre 2022. Un segnale forte che vuole posizionare davvero la formazione professionale continua al cuore della crescita sociale, tecnologica e strutturale dei paesi dell’Unione.

Dobbiamo investire molto di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze e farlo lavorando fianco a fianco con le imprese. Nessuno meglio di loro conosce i profili professionali di cui hanno bisogno. ha dichiarato a questo proposito la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Citazione di Ursula von der Leyen
La presidentessa della Commissione europea punta sulle competenze

Per incoraggiare la formazione continua, gli Stati membri hanno individuato le pietre miliari per il 2030: 

  • il 60% degli adulti deve seguire corsi di formazione ogni anno; il tasso di occupazione deve arrivare al 78%;

  • l’80% degli adulti deve padroneggiare le digital skill fondamentali (obiettivo della bussola per il digitale);

  • oltre 20 milioni di specialisti IT devono essere assunti;

  • le donne devono essere maggiormente incoraggiate a perseguire carriere STEM.

Come fare a tracciare la rotta per il lavoro di domani? Gli Stati membri si impegnano a portare all’attenzione pubblica la promozione di investimenti accessibili e inclusivi nella formazione continua, attivare campagne di sensibilizzazione e promozione su temi di upskilling e reskilling come gruppi di lavoro ed eventi, e a promuovere un riconoscimento delle qualifiche più agile.

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Gli obiettivi, nel dettaglio, riguardano: 

  • promuovere gli investimenti nella formazione professionale; 

  • rafforzare la pertinenza delle competenze attraverso la stretta collaborazione con le parti sociali; 

  • allineare ambizioni e competenze alle opportunità del mercato del lavoro, con particolare attenzione alla trasformazione digitale e verde, ai settori in ripresa dopo la pandemia e all’inserimento di donne e giovani;

  • attrarre talenti provenienti da altri Paesi con competenze importanti per la UE

Le iniziative UE per sostenere lo skill development

Tra le iniziative messe in campo dalla Commissione Europea in area formazione e sviluppo ci sono l'agenda per le competenze per l'Europa e il patto per le competenze: due strumenti che vogliono contribuire all’upskilling e reskilling di oltre 6 milioni di persone. 

Importanti anche le raccomandazioni europee sulle microcredenziali, che certificano i risultati ottenuti grazie a corsi brevi, anche digitali e asincroni. Gli Stati membri stanno lavorando a una definizione comune, per delineare elementi e principi fondamentali e la chiusura dei lavori è prevista per il 2025.

Il fermento è grande e il dibattito aperto. 

In Gility ci impegniamo a diffondere l’informazione sulle opportunità relative agli strumenti per supportare le piccole medie imprese italiane, così da offrire  formazione alle persone che lavorano in modo semplice e accessibile. 

In questo periodo di cambiamenti epocali, la sfida è immensa e noi ce lo vogliamo dire, anche se siamo a già febbraio: buon “anno delle competenze” a tutti.

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Fonti

https://pact-for-skills.ec.europa.eu/index_it

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_1196

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Federica Bulega
Autrice GilityDirector of Content & Co-founder

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